Artisti, probabilmente lo sapete, ma, essere sotto la guida di un’etichetta, indipendente o meno, può essere una grande svolta per la vostra carriera musicale e, più in generale, un modo per ottenere consigli preziosi. Oggi vi diamo alcuni consigli perché possiate sfruttare al massimo questa opportunità.
Creare musica non è mai stata un’impresa facile, molti ci hanno provato.Tra tutti i musicisti che hanno tentato il successo, molti purtroppo sono stati sopraffatti dalla grandezza dell’industria musicale e hanno rinunciato al proprio sogno. Sono presenti molti motivi per cui ciò possa succedere, ma molto probabilmente tali artisti non sono riusciti costruire un team e avere strutture che li aiutassero, come per esempio un’etichetta.
La musica non è più solo una singola impresa di creazione artistica. È un business, un mare di competenze, che include anche quelle legali, economiche, promozionali e così via. Consapevole di questa realtà, devi quindi stringere alleanze con quei professionisti dell’industria che ti permetteranno di orientarti e di portare avanti con successo il tuo progetto musicale.
1. Come trovare un’etichetta adatta alla tua musica?
Nonostante il tono un po’ scoraggiante dell’introduzione, unirsi a un’etichetta è possibile, anche perché le strutture indipendenti (di qualità) in Italia si stanno espandendo. Il primo passo, è quello di cercare e contattare etichette i cui valori siano allineati con i vostri e con il vostro universo musicale. Tutta questa preparazione, questa ricerca dell’interlocutore giusto, è il punto di partenza essenziale per tutto ciò che accadrà dopo. Non esiste una procedura standard, e qui su Groover abbiamo raccolto più di un centinaio di etichette che aspettano solo di scoprire la vostra musica!
Ora che sai a chi mostrare la tua musica, diamo un’occhiata a cosa bisogna mostrare. È ovvio che tu debba assolutamente avere degli esempi del tuo lavoro musicale, ma è anche importante fare vedere i tuoi account social e sottolineare qualunque tipo di audience che tu possa avere.
Il concetto è semplice: devi creare un interesse da parte della casa discografica o dell’etichetta verso di te e il tuo profilo. Un buon modo per suscitare l’interesse delle etichette e mostrare il tuo potenziale è ovviamente sviluppare la tua audience e avere molti ascolti su Spotify.
Resta in contatto costante con il tuo rappresentante e invia le tue nuove canzoni; l’obiettivo di questa manovra è quello di creare interesse e invogliare a tenere d’occhio la tua evoluzione, fino a quando ti potrà essere offerto un contratto. Non abbiate fretta, e siate intelligenti. Un eventuale rifiuto non deve intaccare il vostro morale. Se qualcuno non è pronto per la sfida e disposto a vivere l’avventura con voi, qualcun altro potrebbe esserlo. È tutta una questione di sensibilità artistica. Ciò che ti farà risaltare nella folla è la scelta della tua compagnia e di chi ti circonda.
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2. Che tipo di aiuto potrai ricevere dalla tua etichetta
Supponiamo che tu ce l’abbia fatta: un’etichetta vuole offrirti un contratto. Possono proporti diversi tipi di aiuto e di assistenza, a seconda dei loro mezzi (per lo più finanziari). In altre parole, pagheranno le sessioni in studio, i tecnici del suono o qualsiasi altra persona aggiuntiva coinvolta nella tua musica; questo è chiamato il processo di produzione. Potrebbero anche finanziare tutto ciò che ha a che fare con la tua immagine, dalla realizzazione di un video musicale a un servizio fotografico professionale. Un’etichetta ti proteggerà e troverà anche nuovi modi per farti guadagnare, ed è qui che appare il suo carattere legale. Con questo ci riferiamo ai tuoi diritti d’autore e al copyright. Ovviamente, tutto questo andrà avanti con un team legale e con il tuo consenso scritto. Tienilo a mente per le tue future negoziazioni: tu, l’artista, sei la parte essenziale.
Inoltre, la tua etichetta ti aiuterà con tutta la promozione necessaria della tua musica. Assumere un addetto stampa, chiamare un giornalista per scrivere la tua bio, interpellare i media o qualsiasi altro canale per fare pubblicità… I mezzi sono numerosi, e sono in costante crescita – campagne pubblicitarie, concerti o qualsiasi spettacolo dal vivo, merchandising, ecc? La tua etichetta si occuperà di questo! La distribuzione fisica e online della tua musica? Saranno sempre loro ad occuparsene – qualunque sia il loro status, indipendente oppure no. In ogni caso, non abbiate paura: avrete l’ultima parola, con vari gradi di flessibilità. Tutto dipende dal tipo di contratto che avete firmato all’inizio della vostra collaborazione.
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3. Contratti d’artista e di licenza fonografica
Qui discuteremo i tipi principali di contratti che potrete trovare. In primo luogo, il più popolare, il contratto d’artista anche chiamato contratto di “registrazione esclusiva”. In questo caso, l’etichetta finanzierà tutto ciò che riguarda i costi di registrazione, pubblicazione e distribuzione della tua musica. Inoltre, gestiranno tutto ciò che riguarda il marketing e la promozione. Potranno anche accompagnarti nella creazione della tua musica tramite un direttore artistico.
Per quanto riguarda la tua remunerazione, essa sarà basata sul tuo tempo di lavoro (cioè il tempo che passi a comporre), e su una percentuale del reddito totale che avrai generato grazie alla tua musica – come le vendite dei tuoi dischi. Queste sono le “royalties” (i diritti d’autore della SIAE), e la percentuale varia a seconda della fama dell’artista, o, a seconda della trattativa iniziale. Spesso un artista guadagna tra il 5 e il 20%. In questo contratto d’artista, stipulerete anche la durata (di solito 2 o 3 anni), così come il numero di progetti musicali (album, EP, ecc.) che vi impegnate a creare.
Il vantaggio qui è semplicemente che non dovrete pagare nulla in anticipo per la vostra musica: dalla registrazione alla distribuzione, l’intero processo è finanziato. L’aspetto negativo è che riceverete una piccola somma rispetto al totale dei profitti, e che spesso (ma non sempre) non sarete i proprietari delle vostre registrazioni (chiamate anche “master”).
Il contratto di licenza, è probabilmente il più importante al giorno d’oggi. Infatti, con questo tipo di contratto, sarete voi stessi a coprire i costi della produzione e registrazione e per tanto, le registrazioni vi apparterranno. In questa seconda ipotesi, la tua casa discografica non avrà più un ruolo di produttore ma, quello di editore. Investirà esclusivamente nella promozione, nella comunicazione e nel marketing. È importante sottolineare che, dopo la ratifica di questo contratto, voi concedete alla vostra casa discografica, per un periodo determinato, i diritti di licenza per promuovere e riprodurre la vostra musica. Lo scopo di questo approccio è di promuovere in maniera massiccia su tutte le piattaforme digitali e non, sfruttando i contatti della tua etichetta.
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4. Il contratto di distribuzione
Come suggerisce il nome, questo contratto lega l’editore e/o il produttore al distributore. Ti permetterà quindi di ricorrere a degli specialisti, la cui missione sarà quella di rendere la tua musica accessibile, sia fisicamente (tramite negozi di dischi indipendenti, grandi magazzini, ecc.), sia digitalmente (Spotify, Apple Music, Deezer, Google Play e altri servizi musicali). Anche qui, il distributore compra un prodotto finito, pronto per essere commercializzato. Per essere pagato, prenderà una percentuale sul prezzo all’ingrosso (della tua musica). Se hai un contratto d’artista, questo processo è incluso nel contratto; lo stesso vale per gli accordi di licenza fonografica.
Se hai auto-prodotto la musica e hai gestito gli aspetti artistici e commerciali del tuo progetto, quest’ultimo contratto fa per te. Ti permetterà di rendere accessibile la tua musica e ne raccoglierai quasi tutti i benefici, senza pagare nulla alla tua etichetta discografica. Questo affare è molto complicato ed è riservato principalmente agli artisti già noti e affermati nella comunità.
In sintesi, considerando il clima attuale in cui la produzione musicale è più accessibile che mai, è importante scegliere che tipo di contratto faccia per voi, valutando i pro e i contro rispetto alle vostre necessità come artisti.
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– Traduzione di Giorgio Schipani –