L’EP è il biglietto da visita di un artista. Per promuovere la propria musica, è necessario avere del materiale da presentare al pubblico, alle potenziali etichette, ai futuri fan. Con questo formato, il musicista che inizia ha l’opportunità di mostrare la portata del proprio talento, senza correre troppi rischi finanziari come nel caso di un album.
L’EP è il compromesso perfetto per ottimizzare il proprio budget, sviluppando al contempo la propria arte, facendosi conoscere dal pubblico e dai curatori musicali. In ordine, ha senso pubblicare prima alcuni brani, poi un EP, e infine un album.
Qual è la differenza tra un EP e un album?
Il singolo, l’EP, il mixtape, l’album: ci sono molti formati per presentare la propria musica! Quindi facciamo un po’ di storia per capire. Il formato EP non è un formato moderno, risale al 1952. Nel contesto dell’epoca, veniva pubblicato solo su vinile. Più grande era il vinile, più tracce si potevano mettere. E più tracce si possono inserire, più è costosa la produzione.
Per avere un compromesso sui costi di produzione, l’azienda RCA Victor, oggi sussidiaria di Sony, mise sul mercato l’EP, che consentiva di inserire più titoli rispetto a un singolo (45 giri da 17,5 cm) su un oggetto delle stesse dimensioni. Il vantaggio è evidente: si potevano pubblicare più titoli a un costo di produzione vicino a quello di un singolo.
È pratico ed economico. Quindi il formato funziona bene. La rivista Billboard include addirittura l’EP nella sua famosa classifica. Con l’evoluzione dell’industria musicale, il formato diventa meno rilevante negli anni ’70 e nei negozi di dischi si trovano pochi EP, solo singoli o album.
Ma all’inizio del 2000, la mania dell’EP ricomincia grazie all’impulso di due tendenze musicali: l’elettronica e il rap. Il formato dell’EP viene riscoperto, permettendo agli artisti di sperimentare. Questi due stili, ancora relativamente giovani, si trovano proprio in una fase in cui la sperimentazione ha un grande spazio. 20 anni dopo, né l’uno né l’altro hanno abbandonato l’EP, ma lo hanno integrato nella loro stessa identità.
Perché pubblicare un EP?
La principale preoccupazione di un musicista, oltre a creare musica, è far conoscere la propria musica. Dalla promozione della musica sui social network ai rapporti con la stampa, come ad esempio con Groover, ci sono molti modi per far conoscere la propria musica. Per alimentare questi processi, avere un EP pronto è davvero l’ideale.
Groover vi permette di contattare i migliori media e professionisti dell’industria musicale, con un tempo di risposta garantito inferiore a 7 giorni.
Per far ascoltare la vostra musica ai professionisti dell’industria musicale, non basta avere un singolo, né semplici demo. Dovete essere in grado di dare un’idea delle vostre capacità e del vostro universo. Comporre un intero album è troppo ambizioso e troppo lungo. Che si tratti di media o di professionisti della musica, non avranno comunque il tempo di ascoltarlo tutto e potrebbero non capire cosa state cercando di dire.
L’EP, invece, è il formato ideale. È una forma di garanzia su ciò che sarete in grado di diventare. In poche tracce avete il tempo di mostrare i diversi terreni su cui vi sentite a vostro agio. Lo abbiamo spiegato nell’introduzione, ma il termine che meglio lo descrive è quello di biglietto da visita.
All’inizio della carriera è normale non essere ancora al livello che state cercando di raggiungere. È quasi impossibile trovare il proprio suono senza sperimentare. Comporre un progetto come un EP ti permette di gettare le basi del tuo stile musicale, del tuo universo, per poterle sviluppare in seguito, in un progetto musicale più lungo.
Prendiamo l’esempio di Laylow. Oggi all’artista viene riconosciuto il merito di aver sviluppato un universo di successo che porta con sé i suoi ascoltatori. Ma prima di arrivare a questo punto, con gli album Trinity e Strange story of Mr. Anderson, ha pubblicato 5 EP. Tanti progetti durante i quali ha potuto lavorare sulla sua identità artistica, spingere i suoi concetti al limite, sviluppando al contempo il suo pubblico.
Per ottenere visibilità, è molto interessante perché funziona come un teaser. Offri un assaggio della tua proposta artistica, che creerà un’aspettativa tra coloro che la apprezzeranno. Quando arriverà l’album, avrete già una base di fan pronti a condividere la vostra musica, a farla scoprire ad altri.
Abbiamo parlato molto di artisti all’inizio della carriera, ma l’EP non è utile solo prima del primo album. È altrettanto importante anche dopo, per mantenere l’interesse intorno al vostro progetto artistico e per essere sempre presenti con il vostro pubblico. Come dice il proverbio, batti il ferro finché è caldo. La realizzazione di un secondo album richiede molto tempo; l’EP è un modo per capitalizzare il successo dell’album appena pubblicato e per continuare a soddisfare la propria audience senza spendere le stesse energie necessarie per un album.
Quanto costa pubblicarlo?
Come potete immaginare, non abbiamo intenzione di dare un prezzo. La creazione di musica può costare da quasi nulla a migliaia di euro. Tutto dipende da ciò che decidete di fare, da come lo fate e soprattutto dal vostro budget. Esploriamo insieme i diversi scenari possibili.
Quando si dice quasi zero, si intende senza contare il vostro tempo, ovviamente. Il costo del tempo è difficile da quantificare, è una risorsa che avete e di cui raccoglierete i frutti solo in seguito. Per quanto riguarda il materiale, ancora una volta, tutto dipende. Potete decidere di investire in un home studio invece di affittare spazi in studi professionali. All’inizio può essere costoso, ma a lungo andare sarà vantaggioso: senza il computer, si può contare tra i 400€ e i 2000€.
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Per lo studio di registrazione, esistono diverse modalità operative. È fortemente consigliato l’utilizzo di un tecnico del suono, ma ovviamente non è obbligatorio. Se acquistate nelle ore non di punta, risparmierete.
Meno ore si passano in studio, più basso sarà il costo del vostro progetto, ed esattamente per questo motivo la decisione di fare un EP è vantaggiosa: essendo più corto il progetto richiederà meno ore in studio.
Poi vengono il mixaggio e il mastering. Se ne siete in grado, potete farlo da soli, ma è chiaro che dovete essere bravi. Vi consigliamo vivamente di farvi aiutare. Il mixaggio e il mastering dovrebbero costare all’incirca dai 400€ ai 700€.
Già che ci siamo, prendete la calcolatrice, fate il conto e avrete una cifra. Aggiungete il costo della distribuzione, tra i 20 e i 50 euro all’anno a seconda del distributore digitale scelto, e otterrete il budget necessario per pubblicare un EP.